Dalla Luna a S. Valentino
L’epilessia è una malattia neurologica che nei secoli ha sempre fatto parlare di sé. Dall’antichità a oggi la visione di questa patologia si è modificata portandosi dietro false credenze e pregiudizi. Morbo Sacro, morbus comitialis, Mal di Luna, mal caduco ecc. sono alcuni dei nomignoli più usati.
I medici greci si rifacevano alle fasi lunari considerando questa malattia il risultato di un’offesa alla Dea Selene (Luna) da qui la denominazione di mal lunatico.
Sarà Ippocrate a creare basi scientifiche nel suo “Trattato sul Morbo Sacro” dove l’epilessia non è da considerarsi un male di origine divina, ma la sua causa sta nel cervello e deve quindi essere trattata con la dieta e i farmaci e non con la magia o riti religiosi.Nello stesso periodo altre autorità credevano al contagio dell’epilessia che infettava il cervello.
Successivamente nel periodo dell’impero Romano Galeno scrive: “l’epilessia è dovuta ad accumulo d’umore spesso e vischioso, che ostruisce il deflusso del pneuma (cioè lo spirito divino che anima la natura) psichico, blocca i nervi sensoriali e motori con perdita delle sensazioni”, attività questa ancora sotto l’influenza della Luna,“pianeta” più vicino degli altri, che col suo calare e crescere influenza membra e cervello umano. Galeno descrisse i sintomi che precedono le crisi convulsive e li denominò con il nome “aura”.
Da qui si iniziarono a studiare nuove forme di epilessia. Come è noto, in seguito, nel Medio Evo la Medicina ebbe un’involuzione notevole che portò a considerare l’epilessia come una possessione demoniaca e aumentò in modo esponenziale i pregiudizi e le false credenze. Sarà l’Illuminismo a portare una nuova luce nella ricerca medica, e il XVIII secolo a ridimensionare l’idea di un morbo divino grazie a nuove conoscenze.
Questa malattia nel mondo cristiano è spesso stata associata a possessioni demoniache. Nel mondo mussulmano la visione è più serena: Maometto era epilettico e attraverso questa infermità riuscì a confermare la sua religione, affermando che le sue frequenti cadute non erano altro che rapimenti che gli procuravano la possibilità di vedere e parlare con l’Arcangelo Gabriele. Molti sono i santi che sono chiamati a intercedere per coloro che sono affetti da epilessia. Il più noto è San Valentino di Terni le cui spoglie sono conservate nella chiesa di S Giorgio a Monselice (PD) , che come patrono anche degli Innamorati, si festeggia il 14 febbraio.
In questa occasione le reliquie vengono visitate dai fedeli che , in pellegrinaggio al santuario padovano, ricevono una benedizione speciale e una piccola chiave di metallo. L’oggettino fa riferimento a quanto un tempo si faceva indossare al collo delle persone affette da epilessia ritenendo proteggesse dalle crisi. Questa pratica risaliva probabilmente ad una usanza pagana precristiana secondo la quale piccoli oggetti metallici proteggevano dagli spiriti maligni.